Storie che hanno fatto la nostra storia: Sorella Capano

 

Storie che hanno fatto la nostra storia. Abbiamo voluto dare inizio a questa rubrica di racconti per ricordare e dare valore alle storie quotidiane di ciascuno di noi: storie di donne e uomini che credono nel valore del volontariato e hanno trovato nella Croce Rossa un modo per aiutare chi soffre ma anche una grande famiglia che li supporta e li unisce, nell’incarnazione del principio di Umanità. Partiamo, in questa nostra rubrica, da una delle storie più importanti e prestigiose per il nostro Comitato e per l'Ispettorato Provinciale di Bari delle Infermiere Volontarie: la storia di Sorella Rosa Capano, un esempio fra i tanti di Sorelle della Terra di Bari negli anni della Grande Guerra.

Sorella Rosa Capano, nacque a Corato l’11 settembre 1885. Aveva solo 30 anni quando scoppiò la 1° Guerra Mondiale, che rappresentò il primo caso di mobilitazione su vasta scala delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. La fondazione del Corpo si fa risalire, ufficialmente, al 9 febbraio del 1908, con l’inaugurazione della scuola, presso l’Ospedale Militare del Celio, sotto l’alto patrocinio della Regina Elena, ispirandosi principalmente ai principi di Florence Nightingale. In breve tempo il numero delle infermiere volontarie appartenenti alla Croce Rossa Italiana crebbe da circa 4000, alla vigilia dell’intervento, fino a circa 10.000. Il tutto in un’epoca in cui le donne di condizione civile che prestassero assistenza ai soldati suscitavano severe critiche nell’opinione pubblica.

A maggio 1916 Sorella Rosa Capano arrivò al campo n. 235 a Torre di Zuino (nell’odierna Friuli Venezia Giulia), allora sede di vari comandi ed ospedali militari, ultima fermata della linea ferrata prima del confine tra Italia ed Austria, collocato all’epoca in località Tre Ponti. L’ospedale 235 si componeva di 200 posti letto oltre a quanto necessario per il funzionamento ed era gestito dalla sesta compagnia di Sanità di Bologna. A giugno 1916 il campo si spostò a Mogliano Veneto per pochi mesi, e poi a Gradisca.
Il 1 maggio 1917 Sorella Rosa Capano compì un atto straordinario, esemplare. Durante un bombardamento nemico nelle vicinanze del suo ospedale da campo, continuando, senza paura e senza risparmarsi, il suo lavoro di assistenza e cura dei feriti, nonostante le esplosioni vicine e la situazione di grande pericolo. Tale azione Le valse uno dei più importanti riconoscimenti italiani al Valor Militare, la Medaglia d'Argento, con la seguente motivazione: “Durante un bombardamento nemico nella località ove trovavasi l’Ospedale cui era addetta, continuava con serena calma e sprezzo del pericolo a prestare ai feriti affidatile le sue amorevoli cure confortandoli e tranquillizzandoli. Sempre premurosa, paziente, instancabile, solo guidata dalla pietà, diede durante tutto il servizio prestato in ospedali avanzati, continue prove di alto sentimento del dovere e di mirabile abnegazione”.

Per l’alto sentimento del dovere e la sua mirabile abnegazione, le sono stati conferiti, in ogni caso, ulteriori prestigiosi riconoscimenti:

  1. Medaglia d’Argento al Valore Militare;
  2. Croce al Merito di guerra;
  3. Medaglia d’Argento Salute Pubblica;
  4. Medaglia Commemorativa della Guerra 1915-1918.

Il 29 aprile 2013 nella Caserma Italia, sede del Comando Brigata Meccanizzata “Pinerolo”, si è svolta la cerimonia di intitolazione del Posto di Primo Soccorso alla Infermiera Volontaria CRI Rosa Capano, con l’intento di consolidare il rapporto tra passato e presente. Come ha affermato il Gen. Lamanna «senza la conoscenza del nostro passato non possiamo avere consapevolezza del nostro futuro».

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Numero di pubblica utilità 1520

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